lunedì 28 dicembre 2009

È Natale

È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
(Madre Teresa di Calcutta)
AUGURI A TUTTI

sabato 12 dicembre 2009

A Noto nella Casa Natale di Guglielmo Giaquinta

Tra qualche giorno (il 15) la piccola Betania di Noto sarà al completo...
i luoghi che hanno visto la nascita del nostro Fondatore saranno "abitati" da Gesù e dalle volontarie Pro Sanctitate. La foto è il saluto che il centro di Brescia (Calino) ha dato a Roma Currò, oblata apostolica adoratrice, che dalla Sicilia raggiungerà con la preghiera di adorazione tutto il Movimento Pro Sanctitate e tutti i fratelli e le sorelle, per chiedere il dono della santificazione. Accompagniamo con la nostra gioia e la preghiera questa nuova presenza...

mercoledì 2 dicembre 2009

Tempo di attesa

Domenica scorsa è iniziato l’Avvento. Uno dei segni che siamo abituati a vedere in questo periodo dell’anno è la corona di Avvento, la cui simbologia è molto bella ma forse non troppo conosciuta. La corona è fatta di rami sempreverdi che rappresentano la continuità della vita. Il significato tradizionale di questi rami si adatta bene alla fede: il lauro, infatti, simboleggia la vittoria sulla persecuzione e sulla sofferenza; il pino, l’agrifoglio e il tasso rappresentano l’immortalità; il cedro, la forza e la guarigione. L’agrifoglio ha anche un particolare simbolismo cristiano, perché le foglie acuminate ci ricordano la corona di spine e una leggenda inglese racconta di come la croce fosse fatta di agrifoglio. La forma circolare della ghirlanda simboleggia l’eternità di Dio, l’immortalità dell’anima e la vita eterna in Cristo. Anche le pigne e le noci usate per decorare la corona rappresentano la vita e la Risurrezione. Le candele rappresentano le quattro settimane di Avvento che ci preparano al Natale.
Buon cammino …

lunedì 23 novembre 2009

Una casa per sognare

Mi piacerebbe tanto andare al cinema a vedere il film di animazione “UP”. È la storia di un anziano signore, Carl Fredricksen, che per tutta la vita ha sognato di viaggiare per il mondo e di vivere al massimo delle proprie emozioni, ma ha dovuto sempre scontrarsi con i problemi della vita quotidiana come le bollette e gli acciacchi dell’età. A settantadue anni, quando la vita sembra non offrirgli più tempo per realizzare il suo sogno, bussa alla sua porta Russell, un boyscout di otto anni. Insieme a lui Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica … sulla sua casa … volante!!! L’immagine della casa che vola come una mongolfiera, trascinata da miriadi di palloncini, l’idea di potere lasciare tutto e volare via mi da’ un grande senso di leggerezza e di libertà. In fondo, chi di noi non ha mai desiderato - in alcuni momenti - “volare via” dal quotidiano, quando questo sembra “opprimerci” e viaggiare verso i propri sogni??? … Naturalmente non da soli, ma con qualcuno che ci ricordi sempre la bellezza e la meraviglia della vita!!!

giovedì 19 novembre 2009

A proposito di diritti

Ieri, in occasione del 20° anniversario della Convenzione dei diritti del fanciullo, il Presidente del Movimento per la Vita ha presentato alla stampa la proposta di legge per modificare dell’art. 1 del Codice civile ed estendere i diritti personali dal momento della nascita al momento del concepimento.
“Il principio di uguaglianza si esprime riconoscendo a tutti la qualità e i diritti fondamentali di esseri umani”, ha detto ricordando che la Convenzione sui diritti del fanciullo “attribuisce il nome fanciullo anche al nascituro”. Nel corso della conferenza è stata presentata anche la “Dichiarazione sui diritti del bambino” nella quale si sottolinea che “ogni bambino, fin dal concepimento, è titolare del diritto alla vita, alla salute, alla integrità fisica” e deve vedersi “riconosciuta la capacità giuridica”.
Mi pare una cosa sensata. Voi che ne dite?

martedì 17 novembre 2009

Coscienza solidale cercasi

Diceva Pascal: Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno risolto, per vivere felici, di non pensarci”.
Come tutti sanno, in questi giorni a Roma, si sta svolgendo il vertice della Fao. Ieri Benedetto XVI vi ha tenuto un discorso sottolineando che in questo momento è più che mai “necessario sottrarre le regole del commercio internazionale alla logica del profitto fine a se stesso, orientandole a favore dell’iniziativa economica dei Paesi maggiormente bisognosi di sviluppo, che, disponendo di maggiori entrate, potranno procedere verso quell’autosufficienza, che è preludio alla sicurezza alimentare”. Ha detto anche che tra i diritti fondamentali della persona umana c’è “il diritto ad un’alimentazione sufficiente, sana e nutriente, come pure all’acqua” e che “il desiderio di possedere e di usare in maniera eccessiva e disordinata le risorse del pianeta è la causa prima di ogni degrado dell’ambiente”. Secondo il Papa “riconoscere il valore trascendente di ogni uomo e di ogni donna resta il primo passo per favorire quella conversione del cuore che può sorreggere l’impegno per sradicare la miseria, la fame e la povertà in tutte le loro forme”.
Ancora una volta tutto parte dalla nostra coscienza: occorre abbandonare il desiderio disordinato di possedere per accorgerci di chi, attorno a noi, ha bisogno di aiuto. Mi pongo il problema ancora una volta con il periodo natalizio alle porte. Riusciremo ad accantonare il consumismo e a riconoscere Gesù che viene a visitarci nei più poveri e nei più bisognosi?

sabato 14 novembre 2009

Quelli che a scuola …

È ormai di alcuni giorni fa la notizia che il presidente Napolitano ha conferito a venticinque giovani, tra quelli diplomati nelle scuole superiori, il titolo di “Alfiere del Lavoro” per avere ottenuto i migliori risultati sia nel corso della loro carriera scolastica che all’esame di Stato. C’è un mondo di giovani che non fa notizia, titola Giuseppe Savagnone su Avvenire. In effetti, bisogna dargli ragione: non fanno notizia ragazzi e ragazze che vanno bene a scuola, che si impegnano nello studio, che si preparano con serietà alle sfide che presenterà loro vita. Tuttavia sono molti - più di quanto la maggior parte degli adulti possa pensare - e ci ricordano che i giovani devono essere ascoltati, educati, valorizzati … e anche, quando è il caso, premiati!!!

mercoledì 4 novembre 2009

Occhio alla sentenza ...

Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo riguardo la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche, vorrei riportare alcuni brani tratti da un articolo di Natalia Ginzburg (famosa scrittrice del Novecento non cattolica) pubblicato su L’Unità del 22 marzo 1988, dal titolo «Quella croce rappresenta tutti»:
"Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. È muto e silenzioso. C’è stato sempre. Per i cattolici, è un simbolo religioso. Per altri, può essere niente, una parte dei muro. E infine per qualcuno, per una minoranza minima, o magari per un solo bambino, può essere qualcosa dì particolare, che suscita pensieri contrastanti. (…)
Il crocifisso è il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e dei prossimo. Chi è ateo, cancella l’idea di Dio ma conserva l’idea del prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine.
È vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti. Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà fra gli uomini. E di esser venduti, traditi e martoriati e ammazzati per la propria fede, nella vita può succedere a tutti. A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola.
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero. Tutti, cattolici e laici portiamo o porteremo il peso, di una sventura, versando sangue e lacrime e cercando di non crollare. Questo dice il crocifisso. Lo dice a tutti, mica solo ai cattolici. (...) Il crocifisso fa parte della storia del mondo. I modi di guardarlo e non guardarlo sono, come abbiamo detto, molti. Oltre ai credenti e non credenti, ai cattolici falsi e veri, esistono anche quelli che credono qualche volta sì e qualche volta no. Essi sanno bene una cosa sola, che il credere, e il non credere vanno e vengono come le onde dei mare. Hanno le idee, in genere, piuttosto confuse e incerte. Soffrono di cose di cui nessuno soffre. Amano magari il crocifisso e non sanno perché. Amano vederlo sulla parete. Certe volte non credono a nulla. È tolleranza consentire a ognuno di costruire intorno a un crocifisso i più incerti e contrastanti pensieri".

... Voi che ne dite?

lunedì 26 ottobre 2009

Grazie Mille!!!

Ho trascorso un fine settimana davvero stupendo!!! Pieno di impegni … no: pieno di persone che ho incontrato e da cui ho ricevuto tanto. Tanti sorrisi, tanta gioia, tanta serenità, accoglienza, amicizia, fraternità, il gusto di stare insieme, di salutare chi arriva e chi parte, di fare le corse per arrivare in tempo alla stazione… Sì! Tutto questo in un fine settimana!!! Meno male che l’ora legale ci ha fatto dormire un’ora in più. Così oggi ho una marcia in più per iniziare “di slancio” la settimana, mentre ripenso con gratitudine ai giorni passati e canticchio la canzone degli 883 “Grazie Mille”:
… quando vedo i miei sorridere
quando ho l’entusiasmo di fare
sento che sento che
Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
che sto vivendo
Grazie Mille (…)
quando il mondo mi sembra migliore
anche solo per un attimo
quando so che ce la posso fare
sento che sento che
Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
che sto vivendo
Grazie Mille
Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo
che mi è stato dato
Grazie Mille
”.
… E penso che ognuno di noi abbia tanti motivi di dire ‘grazie mille’ …

giovedì 15 ottobre 2009

Gioia di vivere

A dire il vero mi ero un po’ stancata di aprire il blog e vedere la vignetta che ormai da tempo non esprime più il mio stato d’animo, così ho pensato di inserire un’immagine che rappresentasse la gioia, più particolarmente la gioia di vivere e mi sono messa in cerca … Provate anche voi a digitare ‘gioia di vivere’ sulle immagini di Google e ditemi cosa trovate!!! Alla fine ho scelto questa immagine che già avevo nel computer perché per me un elemento importante (irrinunciabile, direi) che caratterizza la gioia di vivere è avere tanti amici a cui volere bene!!!
A questo punto vorrei fare un sondaggio: per voi, cos’è la gioia di vivere e in che modo la rappresentereste?

martedì 29 settembre 2009

... certi giorni ...

A volte i fumetti ci aiutano ad esprimere le nostre emozioni. E a riderci su. Questa mattina, svegliandomi, mi sentivo molto più “leggera” rispetto a ieri. È stato un lunedì faticoso e lo racconto oggi insieme a Mafalda perché oggi riesco a riderci su. A volte una sola brutta notizia basta a farci dimenticare tutte le cose belle che sono attorno a noi. Basta a farci dimenticare l’incontro con un amico che ci racconta quanto sia più gioiosa la sua vita coniugale da quando ha adottato tre bambini; basta a farci dimenticare la gioia di avere sentito una cara amica dopo molto tempo. Basta a farci dimenticare che tante persone sono pronte a donarci una parola buona quando ne abbiamo bisogno… insomma: un solo avvenimento negativo può bastare a rovinarci una giornata!! Che fare? Ieri ho pensato a tutte le cose belle e positive che sono avvenute durante la giornata, poi ho cercato di sdrammatizzare un po’ con questa vignetta di Mafalda, infine ho letto il brano che riporto qui di seguito e che voglio regalare a tutti voi… per quei momenti in cui vi sentite come la vignetta qui sopra.
C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario c’è divieto assoluto di parcheggio, dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione della croce. C’è anche per te una pietà sovraumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. (Don Tonino Bello)

martedì 22 settembre 2009

Ricominciare

Oggi ho letto un proverbio irlandese che dice così: «Lo straniero è un amico che si deve ancora conoscere». Mi è sembrato uno spunto interessante per ricominciare a scrivere dopo una lunga pausa. Sarebbe bello iniziare l’anno nel segno di un rinnovato proposito di amicizia. Con chi arriva da paesi lontani, con chi ancora non conosciamo anche se vive accanto a noi e anche con chi conosciamo già da tempo. Perché l’altro ha un mondo interiore che è sempre tutto da scoprire o da riscoprire.
«Lo straniero un amico che si deve ancora conoscere». Sia per tutti noi l’augurio di vivere una più profonda e rinnovata amicizia e di incontrare molti nuovi amici!!!

martedì 11 agosto 2009

Prima di partire

Prima di partire per le ferie vorrei lasciare questo post, citando una parte di un articolo che ho letto sul sito del Movimento per la vita Ambrosiano. … E mi chiedo: perché decisioni così importanti vengono prese d’estate mentre molti sono in ferie e le notizie rischiano di passare inosservate??? In ogni caso, ecco l’articolo:

RU486: Perché commercializzare un farmaco cosi pericoloso?
di Paolo e Luca Tanduo
“La verità sulla RU486 e l’aborto chimico, è la sua pericolosità per la salute della donna: sono più probabili infezioni batteriche, emorragie e shock settici, in relazione all’infezione dovuta al mancato raschiamento dell’utero dopo l’aborto che quindi rimane ricettivo nei confronti dei batteri. La RU486 danneggia il sistema immunitario della donna. Il tasso di mortalità nelle donne è dieci volte maggiore nell’aborto con l’uso della RU486, infatti il tasso di mortalità è di 1/100.000 contro 1/1.000.000 dell’aborto chirurgico (fonte New England Medical Journal 2005). Dolori e crampi, nausea, debolezza, cefalea, vertigini sono gli effetti collaterali più comuni riportati. La durata media del sanguinamento dopo l’utilizzo della RU486 è di 14-17 giorni. Proviamo a metterci nei panni di una donna, vi sembrano proprio effetti collaterali trascurabili? La FDA (ente statunitense di vigilanza farmacologica) dichiara i seguenti dati (2006): 950 effetti avversi, 9 casi di pericolo di vita, 116 trasfusioni di sangue, 88 infezioni, 6 eventi trombotici, 232 casi di ospedalizzazione. Nel 2006 sono stati effettuati in Toscana 394 aborti farmacologici che hanno richiesto 65 interventi chirurgici (16,5%). Pensate al dramma di queste donne che comunque alla fine hanno dovuto ricorrere d’urgenza ad un intervento chirurgico. Per qualsiasi farmaco che nel foglietto illustrativo riportasse tali controindicazioni l’opinione pubblica dovrebbe essere allertata e probabilmente la vicenda susciterebbe molto clamore, invece tutto procede nel quasi generale silenzio della stampa. Si dirà che ne è già consentito l’uso in altre nazioni europee, ma non in tutte, inoltre le due condizioni per il mutuo riconoscimento del farmaco non sono verificate vista la mancanza di urgenza di cura e che non mancano alternative infatti l’aborto è già praticato in Italia, allora non si comprende perché questo dovrebbe spingerci ad adottare un farmaco con tale pericolosità. Perché tutte queste pressioni? Le motivazioni sono a nostro avviso di diverso tipo, c’è sicuramente una componente ideologica e politica di chi continua a voler estendere la pratica dell’aborto e questo strumento presentato come “facile ed indolore” tende certamente a banalizzare l’aborto, renderlo un fatto privato, non considerarlo come un problema sociale, risulterebbe difficile anche quantificare il numero di aborti. C’è poi da considerare il continuo aumento dei medici che si dichiarano obiettori di coscienza e questo sarebbe un modo per aggirare il problema ma soprattutto andrebbe nella direzione di una deresponsabilizzazione dei medici e delle strutture sanitarie, l’aborto tornerebbe ad avvenire col passare del tempo al di fuori degli ospedali, con tutti i rischi anche medici sulla salute delle donne. Certamente significativo è poi l’aspetto economico che non è certo l’ultimo degli elementi che spingono al riconoscimento di questo farmaco. Ogni tentativo di prevenire l’aborto sarebbe poi impedito dalla mancanza del colloquio preventivo. La donna sarebbe lasciata sola nella decisione di assumere le pillole abortive e si caricherebbe su di essa tutta la responsabilità dell’aborto gravando psicologicamente sulla donna che ingerita la seconda pillola attenderebbe a casa il drammatico evento dell’espulsione del feto/bambino: nel 56% delle donne si associa ad una maggiore frequenza di effetti psicologici negativi (incubi, flashbacks, pensieri intrusivi relativi all’esperienza)”.

Per ulteriori approfondimenti:
http://blog.libero.it/MedicinaVita/
http://www.amci.org/ftp/stampa/Ru486boscia.doc

venerdì 31 luglio 2009

Foto ... "d'autore'"

Cari amici,
con tanta gioia il 15 giugno abbiamo inaugurato la nuova sede del Movimento Pro Sanctitate a Roma!!! Abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio iniziato con la presentazione della nuova edizione del libro del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta “Il Cenacolo” e conclusosi con la S. Messa. Per tutti quelli che non sono potuti intervenire all’evento, ecco la foto della nostra cappella, in attesa di farvi visitare tutta la casa.

sabato 13 giugno 2009

Se non ami

Per gli amanti della musica e per tutte le persone che pensano che l’amore non sia passato di moda, vorrei pubblicare alcuni stralci della canzone di Nek ‘Se non ami’.
"Puoi decidere le strade che farai
puoi scalare le montagne oltre i limiti che hai
potrai essere qualcuno se ti va
ma se non ami
se non ami
non hai un vero motivo motivo per vivere
se non ami, non ti ami e non ci sei
se non ami non ha senso tutto quello che fai (…)
se non ami
non hai il senso delle cose più piccole
le certezze che non trovi e che non dai
l’amore attende e non è invadente e non grida mai
se parli ti ascolta tutto sopporta crede in quel che fai
e chiede di esser libero alle porte
e quando torna indietro ti darà di più …"
… fa riflettere, no?

domenica 31 maggio 2009

Nonnina adesso sei il nostro angelo!


Oggi alle 00.30 la mia cara nonna Anna è volata in cielo. E' morta in ospedale, mentre ad assisterla c'erano mio padre, mio fratello, mio zio Jean e mia zia Miranda. La vita di questa donna è stata straordinaria. E' nata il 9 giugno del 1932 e, in giovane età (nel 1952) si è sposata con mio nonno dando alla luce cinque figli. Con grandi sacrifici (mio nonno infatti era operaio) hanno comprato una casetta a Charleroi che è diventata la cara casa di famiglia. Noi infatti durante l'estate eravamo soliti passare molto tempo con loro nella gioia in quella casa. Mio nonno curava il giardino, con alberi da frutto, insalata ect, e la nonna era molto affezionata a tutto ciò che aveva ed era davvero sempre, e dico sempre, in atteggiameto di gratitudine per quel che aveva. Un bel giorno si è ammalata di Parkinson (la malattia di Giovanni Paolo II) e pur nella difficoltà non si lamentava mai. Anzi, quando siamo nati noi ha lasciato la sua famiglia, ed è venuta in Italia due mesi per aiutare mia mamma. Aveva la forza di fare tutto e ogni volta ci accoglieva in modo eccezionale. L'attenzione all'ospitalità è stata sempre il suo forte e anche l'ultima volta che siamo stati da lei, logorata tantissimo dalla malattia, ci ha fatto trovare la tavola preparata, la più bella che aveva, facendo allestire bene la casa dalle care signore che l'aiutavano. In quella situazione ho visto in lei il volto di Giovanni Paolo II e la sofferenza di Cristo. Ho pregato tantissimo Giovanni Paolo II e veramente posso dire che l'ha sostenuta. La sua agonia è iniziata il 18 di maggio (giorno del compleanno del papa) ed è morta a Pentecoste, dandoci la certezza che, lo Spirito di Dio abita in lei e, grazie a questo Spirito è risorta! Lei ci ha insegnato a come ci si consuma sulla croce e ad amarla. Stanotte infatti, appena ho saputo tra le lacrime ho stretto il crocifisso sul cui legno anche lei si ha offerto tutto di sé per amore nostro e sicuramente di qualche anima. Ha voluto vivere fino alla fine e io ti voglio ricordare così, com'eri in questa foto, perché così adesso sei, giovane, di una giovinezza eterna.

lunedì 25 maggio 2009

Un regalo ...

Ieri ho ricevuto questo testo via mail e vorrei regalarlo a ciascuno di voi.
"Credo in un Dio che non si nasconde dentro ad un mistero
che non mi seduce con un miracolo
e che non mi opprime con la sua autorità.
Credo in un Dio che non mi chiede di rinunciare alla mia libertà,
che mi pone di fronte alla scelta del bene e del male,
che non accetta compromessi,
ma che benedice la follia di chi lo segue.
Credo in un Dio che non fa della sua potenza persuasione,
che non rimette a posto le cose dall'alto,
che non esercita la giustizia degli uomini.
Credo in un Dio che si lascia tradire,
che al mio no risponde con un bacio silenzioso,
credo in un Dio sconfitto, crocifisso e poi Risorto.
Credo in un Dio che non ho inventato io,
che non soddisfa i miei bisogni,
che non dice e fa quello che voglio io,
un Dio scomodo che non si può né vendere, né comprare.
Credo in un Dio vero,
che si fa uomo, amico, fratello della mia umanità,
che si fa piccolo, debole indifeso
perché non debba salire troppo in alto per poterlo incontrare.
Credo in un Dio che gioca a nascondino
perché possa scoprirlo nel cuore di ogni uomo,
credo in un Dio che mi si fa vicino,
che mi viene incontro e mi dice : "ti amo".
Si, io credo in Dio, in un Dio che si può soltanto amare".
(Ester Battista)

venerdì 15 maggio 2009

Cose della vita

“Sono cose della vita” cantava Eros Ramazzotti … Ultimamente mi sto accorgendo che la vita ci offre quasi nello stesso momento grandi gioie e grandi sofferenze. Entrambe, spesso, arrivano improvvise e inaspettate. Sono le cose della vita e noi possiamo accoglierle, passarci attraverso, viverle perché sappiamo che non siamo soli.
A tutte le persone che, come me, attraversano questo momento nella loro vita, dedico queste parole della Beata Madre Teresa di Calcutta: “Ricordate che la Passione di Cristo termina sempre nella gioia della Risurrezione, così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che deve venire la Resurrezione, deve sorgere la gioia della Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto”.

martedì 12 maggio 2009

Rimboccarsi le maniche

È un’espressione che andava di moda un pò di anni fa. Ultimamente qualche politico ha detto che in Italia non dovrebbe esistere una società multietnica. Vorrei citare, a questo proposito, la dichiarazione del segretario generale della CEI, Mons. Crociata, il quale sostiene che l’Italia multietnica e multiculturale è “un valore” ed esiste già “di fatto”. Mons. Crociata ha osservato che “il problema è invece il modo in cui le culture e le presenze si rapportano” perchè ”non si cresce insieme in una accozzaglia disordinata e sregolata ma a partire da un tessuto storico, sociale e culturale comune che costituisce il volto, l’identità di un paese”. Non si vuole “cancellare l'identità di ciascuno” ma nemmeno teorizzare ''un’irreale parificazione che è cosa diversa dall’eguaglianza''. “L’appiattimento infatti non aiuta lo stare insieme, anzi lo distrugge”. Bisogna, quindi, “coordinarsi all’interno di un orizzonte di fondo condiviso, di un tessuto comune che avvolga tutti, anche chi viene da fuori, come gli immigrati”.
Non è un’impresa facile e richiede molto lavoro da parte di ciascuno di noi, perciò ho detto “rimboccarsi le maniche”, cioè impegnarci per costruire un futuro pieno di giustizia e di pace.

mercoledì 6 maggio 2009

Mese di maggio

Il mese di maggio si apre con la festa di S. Giuseppe lavoratore. S. Giuseppe, uomo giusto. Ultimamente sto riflettendo molto sul significato della parola giustizia. Cosa vuol dire oggi vivere secondo giustizia? Nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa leggiamo: "Secondo la sua più classica formulazione, «essa [la giustizia] consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto». Dal punto di vista soggettivo la giustizia si traduce nell'atteggiamento determinato dalla volontà di riconoscere l'altro come persona". Vorrei fare questa sottolineatura perché, in base a quello che ci dicono i mass media, a volte la logica del possesso sembra prevalere sul valore della persona e sulla sua dignità. Continua il Compendio: “La piena verità sull'uomo permette di superare la visione contrattualistica della giustizia, che è visione limitata, e di aprire anche per la giustizia l'orizzonte della solidarietà e dell'amore. (…) Da sola, la giustizia non basta. Può anzi arrivare a negare se stessa, se non si apre a quella forza più profonda che è l'amore”. Giustizia e amore. Possono essere i valori su cui costruire la nostra società? In che modo? Voi che ne dite?

giovedì 30 aprile 2009

EDIFICAZIONE



Questa moderna immagine di Santa Chiara che aiuta San Francesco a riedificarere la chiesa andata in rovina l'avevo ammirata (senza grande entusiasmo, ad esser sincero) al centro della candida abside della chiesetta dei Cappuccini dell'Aquila. La tela l'ho poi rivista in un servizio televisivo sul terremoto: divelta dalla parete e sporca dei calcinacci della chiesa gravemente lesionata, come tutto il convento di Santa Chiara del resto.
Mi pare che possa essere una perfetta "icona" di quell'augurio che Benedetto XVI, con la sua visita di martedì 28 aprile, ha rivolto agli aquilani affinchè "facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l'amore" continuino ad adoperarsi per l'edificazione di una società improntata al Vangelo: "come comunità cristiana, costituiamo un solo corpo spirituale, e se una parte soffre, tutte le altre parti soffrono con lei; e se una parte si sforza di risollevarsi, tutte partecipano al suo sforzo".

martedì 28 aprile 2009

Quello che il terremoto non ha distrutto

Oggi papa Benedetto XVI è andato in Abruzzo e, salutando i cittadini della tendopoli di Onna, ha detto: Il ''papa è qui, oggi, tra di voi per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Attendono di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide''. ''È proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l'amore. L'amore rimane anche al di là del guado di questa nostra precaria esistenza terrena, perchè l'Amore vero è Dio. Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato''.
"La Chiesa tutta - ha aggiunto Benedetto XVI - è qui con me, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma”.
E noi, come Chiesa, siamo vicini …

sabato 25 aprile 2009

25 APRILE - PAROLA D’ORDINE: UNITÀ

Oggi l’Italia celebra la Festa della Liberazione nazionale. Alla vigilia di questa festa il presidente della Repubblica Napolitano ha rinnovato con forza l’invito all’unità. L’importante non è il modo o il luogo ma lo spirito con cui si celebra la giornata: deve essere uno spirito di unità e di verità di storica. Dice Napolitano: “È importante che ci si unisca quest'anno nella giornata del 25 Aprile, per festeggiarlo in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, per celebrare l'una o l'altra delle componenti della Resistenza”. “La Resistenza non fu fatta solo dai partigiani, ma anche dal popolo, dai militari che combatterono contro gli occupanti tedeschi e rifiutarono l'adesione alla Repubblica di Salò e da quelli che furono internati. Ciò è giusto, ma è anche doveroso riconoscere che il contributo dei partigiani fu determinante”.
Parlando della Costituzione, poi, il Presidente sottolinea: “La Costituzione non è una semplice carta dei valori. È legge fondamentale e legge suprema anche e innanzitutto nel segnare i limiti entro cui può svolgersi ogni potere costituito e viene disciplinata la stessa volontà sovrana del popolo”.
A tutti noi una buona festa!!!

venerdì 24 aprile 2009

CORSI E RICORSI

Dopo il vergognoso episodio dei cori razzisti rivolti dai tifosi bianconeri al giocatore dell’Inter Mario Balotelli durante la partita di domenica scorsa e l’ancor più vergognoso ricorso della Juventus contro il provvedimento di disputare la partita contro il Lecce a porte chiuse, ci conforta - in questa settimana - l’apertura della seconda Conferenza dell’ONU sul Razzismo a Ginevra. In questa circostanza l’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Nunzio Apostolico e Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha sottolineato che una comunità internazionale giusta si sviluppa in modo adeguato “quando il desiderio naturale delle persone umane di relazionarsi non viene distorto dal pregiudizio, dalla paura degli altri o dagli interessi egoisti che minano il bene comune”. Nonostante la globalizzazione unisca le persone, tuttavia “la vicinanza spaziale e temporale non crea in sé le condizioni per un’interazione costruttiva e una comunione pacifica”. Il razzismo, infatti, “persiste”: “gli stranieri e i ‘diversi’ sono troppo spesso rifiutati al punto che vengono commessi contro di loro atti barbari, inclusi il genocidio e la pulizia etnica. Antiche forme di sfruttamento danno vita a nuove: donne e bambini sono oggetti di traffico in una forma contemporanea di schiavitù, gli immigrati irregolari vengono sfruttati, le persone percepite come diverse o che lo sono diventano, in numeri sproporzionati, vittime dell’esclusione sociale e politica, di ghettizzazione e stereotipizzazione. Le ragazze sono costrette a matrimoni non voluti; i cristiani sono imprigionati o uccisi a causa del loro credo”.
“La mancanza di solidarietà, una maggiore frammentazione delle relazioni sociali nelle nostre società multiculturali, il razzismo e la xenofobia, la discriminazione sociale e razziale, soprattutto nei confronti delle minoranze e dei gruppi emarginati, lo sfruttamento politico delle differenze sono evidenti nella vita di ogni giorno”.
Secondo Mons. Tomasi, per combattere il razzismo sono indispensabili “accordi e dichiarazioni internazionali, così come la legislazione nazionale”, ma “senza un cambiamento di cuore le leggi non sono efficaci”. “È il cuore che deve essere continuamente purificato, perché non sia più governato dalla paura o dallo spirito di dominio, ma dall’apertura agli altri, dalla fraternità e dalla solidarietà”.
La dignità umana può essere promossa solo con “un’azione collettiva di tutti i settori della società”. Fondamentali sono l’istruzione, che deve essere garantita alle minoranze razziali, etniche e religiose “in quanto diritto umano che assicura la coesione della società con il contributo dei talenti e delle capacità di ciascuno”, l’azione dei media e delle comunità di fede. Solo quando si riconoscerà che tutti gli esseri umani hanno uguali dignità e diritti, “le vittime del razzismo saranno libere e sarà assicurato un futuro comune di pace”.

martedì 21 aprile 2009

Natale di Roma

Ebbene sì! Anche le città festeggiano il compleanno! Oggi, ad esempio, ricorre il 2.762° Natale di Roma… Non è da tutti… Al centro della giornata, la celebrazione ufficiale nell’aula Giulio Cesare del Palazzo Senatorio in Campidoglio (che normalmente ospita le sedute del Consiglio Comunale). Il programma dei festeggiamenti, poi, è ricco di incontri, concerti, visite guidate, mostre, tutti gratuiti. Ai Musei Capitolini viene inaugurata l’esposizione “Divus Vespasianus. Il Campidoglio e l’Egitto all’epoca dei Flavi”; al Vittoriano quella dedicata proprio al Natale di Roma; ai Fori sarà aperto un nuovo camminamento. Degni di nota il seminario internazionale di studi "Da Roma alla Terza Roma" ed una cerimonia rievocativa della fondazione al Circo Massimo.
Un’attenzione tutta speciale è dedicata alla solidarietà: nelle piazze dei principali eventi sono stati allestiti, dalla Protezione Civile del Comune di Roma, punti di raccolta fondi da destinare alle popolazioni colpite dal Terremoto in Abruzzo.
Sarà che è la mia città, ma a me Roma piace proprio tanto…
"Quanto sei bella Roma quann'è sera,
quando la luna se specchia dentro ar fontanone
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove.
Quanto sei bella Roma quann'è er tramonto,
quando l'arancia rosseggia ancora sui sette colli
e le finestre so' tanti occhi
che te sembrano dì: quanto sei bella!"

sabato 18 aprile 2009

TOPOLINO A IMPATTO ZERO

Alzi la mano chi non ha mai letto e/o collezionato “Topolino”!!! Per i fans di ogni età, quest’anno il settimanale partecipa all’Earth Day (la 39° giornata dedicata alla Terra, che si terrà il 22 aprile) con un numero speciale tutto dedicato al rispetto dell’ambiente. Il magazine, infatti, aderisce al progetto Impatto Zero di LifeGate, associazione che ha come obiettivo quello di promuovere iniziative per concretizzare il Protocollo di Kyoto. “Topolino” ha deciso di dare il suo contributo all’ambiente - per compensare le proprie emissioni di CO2 -piantando più di 23.800 metri quadrati di nuove foreste in Lombardia, Costarica e Madagascar.
Anche noi possiamo partecipare all’Earth Day cercando di rispettare l’ambiente in cui viviamo e il nostro futuro sarà … più verde!!!

mercoledì 15 aprile 2009

Né un mito né un sogno!!!

Credo che quest’anno il periodo pasquale abbia donato a tutti noi sentimenti contrastanti: gioia e dolore, incertezza e speranza, solitudine e solidarietà. Sopra ogni cosa, un desiderio forte di verità e la ricerca dell’Amore che non delude mai. Ecco le parole di Benedetto XVI il giorno di Pasqua:“La risurrezione non è una teoria, ma una realtà storica rivelata dall'Uomo Gesù Cristo mediante la sua "pasqua", il suo "passaggio", che ha aperto una "nuova via" tra la terra e il Cielo (cfr Eb 10,20). Non è un mito né un sogno, non è una visione né un'utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazaret, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba. (…) L'annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo. (…) Nessuno si tiri indietro in questa pacifica battaglia iniziata dalla Pasqua di Cristo, il Quale - lo ripeto - cerca uomini e donne che lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi, quelle della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell'amore”.
Sia questa certezza a guidarci nelle alterne vicende della vita quotidiana.

lunedì 6 aprile 2009

Per continuare a sperare

Le calamità naturali ci lasciano sempre senza parole. Ci danno il senso della precarietà della vita ma ci fanno anche sentire vicini e solidali. Così è stato per il terremoto di questa notte. A Roma la scossa ci ha “buttato giù” dal letto e subito il pensiero è andato alle persone che abitavano vicino all’epicentro del terremoto: in Abruzzo. So che già si sono messe in moto iniziative di solidarietà e di preghiera per continuare, insieme, a sperare…

sabato 4 aprile 2009

Per uscire dalla crisi

Da un po’ di tempo a questa parte tutti si preoccupano di dare consigli più o meno utili per uscire dall’attuale crisi economica. “Per uscire dalla crisi bisogna pensare agli altri”, ho letto oggi. In questi giorni ho saputo che due coppie di miei amici, dopo anni di attese e di burocrazia, hanno avuto la gioia di adottare dei bambini. Non sono persone ricchissime, ma hanno pensato che il regalo più bello che si possa fare ad un bambino sia quello di dargli una famiglia e cinque bimbi hanno trovato casa!!! Così, anche io, mi sono data un tempo per pensare piccoli e grandi gesti da fare per gli altri per uscire, insieme, dalla crisi… e voi?

lunedì 30 marzo 2009

La sacralità del tempo

Chi ha frequentato il liceo classico ha sicuramente tradotto qualche brano tratto dal De Brevitate Vitae di Seneca. Il titolo ci dice che si parla a proposito della brevità della vita, ma in realtà Seneca sostiene che non abbiamo ricevuto una vita breve, ma la rendiamo tale perché spesso perdiamo tempo in passatempi inutili e/o dannosi. Chi - come me - abita in una grande città avrà subito da obiettare che il vero tempo perso è quello che trascorriamo nel traffico, nelle code al supermercato, alle poste o ad aspettare l’autobus!!! In molti suoi scritti Mons. Giaquinta ci esorta a riscoprire la sacralità del tempo, a comprendere che il tempo della nostra vita ci è stato donato per uno scopo. Questo non vuol dire che non possiamo avere del tempo per noi, ma che nella giornata siamo invitati a ricordarci del Signore (cosa che possiamo fare anche durante le interminabili file) e degli altri. Possiamo, magari, fare una telefonata ad un amico che non sentiamo da tempo, oppure scambiare due parole con il collega della stanza accanto o con il vicino di casa che incontriamo per le scale. Tutto questo rende sacro il nostro tempo … e ci salva (come dice una nota pubblicità) dal logorio della vita moderna!!!

giovedì 26 marzo 2009

Bakhita Giuseppina: santa della speranza!


Lunedì durante l'adorazione settimanale quaresimale Giselda ci ha fatto riflettere su una figura straordinaria: Bakhita Giuseppina.

Nacque intorno al 1869 in un piccolo villaggio del Sudan occidentale. All'età di quattro - sei anni, fu rapita da mercanti arabi di schiavi. Per il trauma subito, dimenticò il proprio nome e quello dei propri familiari: i suoi rapitori la chiamarono Bakhita, che in arabo significa "fortunata". Venduta più volte dai mercanti di schiavi sui mercati di El Obeid e di Khartoum, conobbe le umiliazioni, le sofferenze fisiche e morali della schiavitù. In particolare, subì un tatuaggio cruento mentre era a servizio di un generale turco: le furono disegnati più di un centinaio di segni sul petto, sul ventre e sul braccio destro, incisi poi con un rasoio e successivamente coperti di sale per creare delle cicatrici permanenti.
Nella capitale sudanese venne infine comprata dal console italiano residente in quella città, Callisto Legnani che le ridiede la libertà. Dopo varie vicissitudini, nel 1884 raggiunse Genova. In Italia Augusto Michieli con la moglie presero con loro Bakhita come bambinaia della figlia Mimmina e la portarono nella loro casa a Zianigo (frazione di Mirano). Dopo tre anni i coniugi De Michieli si traferirono in Africa a Suakin dove possedevano un albergo e lasciarono temporaneamente la figlia e Bakhita in affidamento presso l'Istituto dei Catecumeni in Venezia gestito dalle Figlie della Carità (Canossiane). Bakhita venne ospitata gratuitamente come catecumena e cominciò a ricevere così una istruzione religiosa.

Fu colpita dal crocifisso, e soprattutto dal fatto che esisteva un Dio che l'amava come figlia e che, in virtù di questo le dava grande dignità.
Quando la signora Michieli ritornò dall'Africa per riprendersi la figlia e Bakhita, quest'ultima, con molto coraggio e decisione, manifestò la sua intenzione di rimanere in Italia con le suore Canossiane. Nel convento delle Canossiane dove rimase, il 9 gennaio 1890 Bakhita ricevette i sacramenti dell'iniziazione cristiana e con i nomi Giuseppina Margherita Fortunata. La popolazione locale prese ad amare questa insolita suora di colore per i suoi modi gentili, la voce calma, il volto sempre sorridente: venne infatti ribattezzata: "Madre Moreta".
Il suo personale carisma e la sua fama di santità vennero notati dai suoi superiori, che a più riprese le chiesero di dettare le sue memorie. Il primo racconto venne dettato a suor Teresa Fabris nel 1910, che produsse un manoscritto di 31 pagine in Italiano (si noti che Bakhita parlava esclusivamente in dialetto veneto). Nel 1929, su invito della famiglia dell'amministratore dei coniugi Michieli, Illuminato Chicchini, persona a cui lei era particolarmente legata e riconoscente, si racconta ad un'altra consorella, suor Mariannina Turco; questo secondo manoscritto è andato perduto, probabilmente distrutto dalla stessa Bakhita.
Su richiesta della superiora generale dell'ordine, tra il 4 e il 6 novembre 1930 venne intervistata a Venezia da Ida Zanolini, laica canossiana e maestra elementare, la quale nel 1931 pubblicò il libro Storia Meravigliosa che venne ristampato 4 volte nel giro di sei anni.
Bakhita divenne così famosa in tutta Italia e molte persone, comitive e scolaresche andavano a Schio per vederla. Morì l'8 febbraio 1947 dopo una lunga e dolorosa malattia. La salma venne inizialmente sepolta nella tomba di una famiglia scledense, i Gasparella, probabilmente in vista di una successiva traslazione nel Tempio della Sacra Famiglia del convento delle canossiane di Schio, traslazione poi avvenuta nel 1969.

Il viaggio del Papa in Africa

Circa le dichiarazioni del Papa durante il suo viaggio in Africa è stato scritto molto. Per amore di verità, vi propongo l’articolo che segue. È un po’ lungo, ma vale la pena leggerlo.

L’utopia del sesso sicuro
di Mons. Vitaliano Mattioli*


ROMA, domenica, 22 marzo 2009 (ZENIT.org).- L’Europa ogni giorno scopre maggiormente il suo volto. L’ultima manifestazione è stata la falsa interpretazione dell’intervista che Benedetto XVI ha concesso ai giornalisti in aereo verso il Camerun. Riporto innanzitutto il testo originale:
Domanda: “Santità, tra i molti mali che travagliano l’Africa, vi è anche e in particolare quello della diffusione dell’Aids. La posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro di esso viene spesso considerata non realistica e non efficace. Lei affronterà questo tema, durante il viaggio?”.
Papa: “Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla Comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai Camilliani, a tutte le Suore che sono a disposizione dei malati … Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di profilattici: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo ed importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno”.
Sembra che la parola preservativo sulla bocca di un Papa abbia fatto scandalo. Molti politici europei hanno addirittura accusato il Pontefice di essere un seminatore di morte perché ha detto che l’uso del profilattico non è la vera soluzione all’Aids.
Nell’intervista sopra riportata, il Papa indica la vera soluzione, che può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro; e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti.
A questo punto emerge la vera cultura che già da tempo si sta tentando di introdurre in Europa. L’esercizio caotico e capriccioso in tutte le salse della sessualità (direi meglio della genialità, perché la sessualità è qualcosa di più sublime), e contemporaneamente la pretesa di evitare malattie assumendo il preservativo.
La dottrina cattolica, sostenuta dal buon senso e dalla concezione personalistica, invece la pensa esattamente al contrario. Per debellare completamente l’Aids l’unica soluzione è ritornare ad una vita sessuale vissuta razionalmente e non caoticamente.
Purtroppo la codificazione ufficiale della concezione materialistica è stata attuata nella tristemente famosa Conferenza del Cairo (5-13 settembre 1994) nella quale sono stati del tutto difesi e legittimati i cosiddetti diritti sessuali.
Il messaggio emerso è il seguente: tu hai il diritto di vivere la tua sessualità come ti pare; nessuno te lo deve impedire perché è un tuo diritto. Quindi spazio libero ad ogni capricciosità. La tua maturità non consiste nell’equilibrio delle tue facoltà ma nella capacità di evitare da una parte gravidanze indesiderate e dall’altra parte malattie come l’Aids.
Da quel momento il mondo è stato invaso di preservativi, anche distribuiti gratis nel carnevale di Rio e nelle olimpiadi in Germania. Si possono trovare nelle gettoniere; in alcuni bar è omaggiato insieme al caffé.
Con tanta gioia delle lobby farmaceutiche ed industrie che possono fare soldi a palate e dei benpensanti i quali ormai si sentono autorizzati a dare spazio a qualsiasi tipo di comportamento e guai a chi obietta: si dice che sono bacchettoni e vanno contro un loro sacrosanto diritto.
A questo punto sorge una ovvia domanda: dato che il mondo è stato inondato di preservativi e se è vero che sono la vera panacea ai mali, l’Aids dovrebbe essere stato debellato da tempo. Come mai invece è in crescita? Vuol dire che qualche cosa non ha funzionato.
È proprio questo che Benedetto XVI ha voluto chiarire. L’unico vero rimedio è il ritorno ad una umanizzazione della sessualità.
Ma questo non è solo il pensiero di un Papa, ma corrisponde al magistero secolare della Chiesa. Inoltre non è necessario essere cattolici (veri) per capire questo elementare principio. Ci sono operatori sanitari, attivisti delle Ong, pensatori, gente comune, ma specialmente medici seri di qualunque credo religioso che sono dello stesso parere.
Del resto non è necessario essere istruiti per capire un principio così elementare; basta avere un po’ di buon senso e specialmente di onestà.
Come esempio riporto semplicemente una notizia letta su “Avvenire” del 19 marzo 2009 a pag. 6. Il medico dell’Avsi, Filippo Ciancia, in una intervista concessa a questo giornale, sostiene che l’Aids si può vincere soltanto modificando i comportamenti a rischio e investendo sull’educazione. Questo medico che da anni lavora in Uganda ci informa che “il governo ugandese ha laicamente lanciato con successo la strategia dell’ABC”.
E spiega: “Alle persone viene consigliata l’astensione dai rapporti (Abstinence), la fedeltà al partner (Being faithful) e – in casi molto particolari e solo per certe, limitate categorie di persone – l’uso corretto del profilattico (Condom use). Risultato?
La prevalenza dell’Hiv è passata dal 15% del 2002 al 5% del 2004. E quale è stato il costo dei programmi avviati per favorire la modifica degli stili di vita? 23 centesimi di dollaro a testa. Ha ragione il Papa: “siamo di fronte a una tragedia che non può essere vinta solo con i soldi. Serve una strategia multilaterale che metta al centro il bene della persona”.
Penso che a questo punto le accuse si invertono: non è il Papa che condanna il Continente africano alla morte ma è l’unico che ha il coraggio, anche a rischio di mostrarsi impopolare, di indicare la vera via della vita; invece i veri operatori di morte sono quelle lobby farmaceutiche che pur di far soldi vogliono continuare ad inondare il mondo di preservativi indifferenti al fatto che questi non garantiscono il sesso sicuro e quindi sono più facilmente veicoli di morte e quei politici che per difendere i loro comportamenti sessualmente dubbi e per guadagnarsi voti vogliono cavalcare la bestia del populismo, non pensando al tradimento verso quelle stesse persone che probabilmente li voteranno.

—–
*Docente di Teologia Morale e Bioetica alla Pontificia Università Urbaniana e Vicepreside del Pontificio Istituto S. Apollinare.

martedì 24 marzo 2009

Notizie “gustose”

Sarà che in questo periodo ho ricominciato a cucinare dolci, ma mi sono accorta che sono diventata più sensibile alle notizie "gastronomiche". Ieri sera guardando una trasmissione su Rai tre ho scoperto che il cuoco più bravo del mondo è spagnolo (anche se per me la cuoca migliore è sempre la mia mamma …). Eppure credevo che i cuochi più bravi fossero italiani!!! Stamattina, però, mi sono rincuorata leggendo che l’inserto del Financial Times ha dedicato un’intera pagina ad una pasticceria genovese, considerata la miglior produttrice di dolci d'Italia, che affonda le radici nella tradizione della confetteria genovese e nelle tecniche di canditura di frutta e fiori.
Ve lo comunico per addolcirvi la giornata … :)

sabato 21 marzo 2009

Primavera d’inverno

Avrete ormai capito che sono una “patita” della natura. Oggi ho letto questa notizia: nel mare di Calabria è stata scoperta la foresta di corallo nero più estesa del mondo. Pensando al caldo mi sono un po’ consolata, nel primo giorno di quella che è stata definita la “primavera d’inverno”. Visto che finora il tempo non è stato clemente, ho deciso di accogliere un suggerimento trovato sul blog di una mia amica che parla dell’importanza di vivere la primavera quotidiana: gioire per tutto quello che abbiamo di bello, per una buona notizia, per il dono della vita, per una nuova famiglia che nasce. Tutto questo è per noi. Ma sappiamo far nascere la primavera nel cuore delle persone che ci sono vicine? Forse la primavera quotidiana esige da noi che diventiamo “giardinieri” e che facciamo una cosa che ho letto tempo fa: “semina la gioia nel giardino del tuo vicino: la vedrai fiorire nel tuo”.

mercoledì 18 marzo 2009

Padre Pino Puglisi


Lunedì sera, (come ogni lunedì di quaresima) Giselda durante l'adorazione eucaristica ci ha fatto riflettere su un sacerdote che portò avanti la sua testimonianza cristiana fino alla morte.

Si tratta di padre Pino Puglisi che lottò contro la mafia degli anni '90 attraverso le armi pacifiche della coerenza, della preghiera vissuta e, della pace.

Quando i suoi carnefici gli puntarono la pistola (lui stava rientrando e aprendo la porta di casa) egli con un sorriso sereno disse:"me l'aspettavo".


Breve biografia


Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1963 è nominato cappellano presso l'istituto per orfani "Roosevelt" e vicario presso la parrocchia Maria SS. ma Assunta a Valdesi. Sin da questi primi anni segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.
Segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell'ecumenismo e delle chiese locali.
Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l'annunzio di Gesu' Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.
Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo - segnato da una sanguinosa faida - dove rimane fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono. In questi anni segue anche le battaglie sociali di un'altra zona della periferia orientale della citt., lo "Scaricatore".
A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui: Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame. Dal marzo del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la "Casa Madonna dell'Accoglienza" dell'Opera pia Cardinale Ruffini in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, e nel 1992 assume anche l'incarico di direttore spirituale presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro "Padre Nostro", che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.
La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede.
Questa sua attività pastorale - come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie - ha costituito il movente dell'omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. Nel ricordo del suo impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strada e le piazze a lui intitolate a Palermo e in tutta la Sicilia.
A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l'apertura dell'anno pastorale della diocesi di Palermo.
Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio, che ha iniziato ad ascoltare i testimoni. Un archivio di scritti editi ed inediti, registrazioni, testimonianze e articoli si è costituito presso il "Centro ascolto giovani don Giuseppe Puglisi" in via Matteo Bonello a Palermo (091-334669).

Sete d’infinito …

“Quando a Roma c’è il sole ci scordiamo tutti i problemi!!!” – diceva ieri un mio amico. Ho sorriso. È proprio vero: con il sole tutto ci sembra più bello! La primavera in arrivo ci da’ un po’ più di “sprint”, sembra risvegliare i nostri sentimenti e, forse, ci da’ anche la voglia di guardarci dentro. Così riscopriamo in noi il desiderio di bellezza, la ricerca della verità, l’aspirazione alla felicità, la sete d’infinito… Tutto questo, ancora una volta, ci parla di Dio: quando percepiamo i segni della nostra anima spirituale, infatti, comprendiamo che non abbiamo in noi stessi né il primo principio né il fine ultimo e che la nostra anima può avere origine solo in Dio, che è la causa prima e il fine ultimo di tutto. In Lui troviamo la vera felicità e il senso della vita!
provare per credere!!!

sabato 14 marzo 2009

Quando la bellezza parla

Ieri sera al telegiornale hanno mostrato le immagini di alcuni delfini che giocavano sott’acqua. Oggi la pagina di Google ci ricorda che ricorre il 174° anniversario della nascita di Giovanni Schiapparelli che nel 1890 ha tracciato una mappa del pianeta Marte e, con le sue osservazioni, ha rivoluzionato il campo dell’astronomia.
In questo bellissimo fine settimana quasi primaverile con gli alberi in fiore e il cielo terso, tutto sembra parlarci di Dio… Ho detto sembra? L’osservazione del creato, in tutto il suo splendore, è proprio una delle vie che ci permette di arrivare a Dio. Dice S. Agostino:
“Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo … interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. (…) Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?”
Che ne dite? … provare per credere!!!

martedì 10 marzo 2009

Benedetta Bianchi Porro: santa nella sofferenza!


Ieri sera durante l'adorazione eucaristica comunitaria Giselda ci ha proposto di riflettere sulla figura di Benedetta Bianchi Porro che nella sofferenza vide la sua vocazione specifica alla santità.

Amava infatti dire:" come ci sono sacerdoti, persone sposate così c'è chi è anche chiamato alla malattia come me".

Benedetta Bianchi Porro è nata a Dovadola l'8 agosto 1936 ed è morta a Sirmione, il 23 gennaio 1964. È venerabile per il comportamento e la fede mantenuti in vita nonostante le sofferenze.
Appena nata a Dovàdola, in provincia di Forlì, fu colpita da una emorragia. Su richiesta della madre le venne conferito il battesimo "di necessità" con acqua di Lourdes.
A tre mesi Benedetta si ammalò di poliomelite. La malattia le lasciò la gamba destra più corta, constringengola in seguito a portare una pesante scarpa ortopedica.
Nel maggio 1944 nella piccola Chiesa dell’Annunziata a Dovadola fece la prima Comunione. Le venne regalato in quell'occasione un rosario, da cui non si sarebbe più separata.
Nonostante la sua situazione di salute, nell'ottobre del 1953, a soli 17 anni, si iscrisse all'università di Milano alla facoltà di medicina. Ben presto Benedetta si ammalò di una rara patologia, la neurofibromatosi nel tipo detto "sindrome di Von Recklinghausen". La malattia la portò rapidamente alla cecità e alla sordità. Fu costretta dalle condizioni di salute a lasciare l'università quando ormai le mancava un solo esame. Ridotta alla mancanza quasi totale di sensibilità fu

però capace di donare luce, luce eterna a quanti le si accostavano anelanti alla verità, bisognosi di un conforto spirituale. Pensate, era lei che consolava! Incarnò fino in fondo la celebre citazione paolina:" quando sono debole è allora che sono forte, perchè dimora in me la potenza di Cristo".

Una ragazza che dovette rinunciare all'università, quindi al suo futuro ad un passettino dal traguardo! Ma non si disperò! Fu tribolata, questo si, ma il suo sguardo trasmetteva una serenità incredibile, facendo così sua un'altra celebre frase paolina:"per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno".

Morì il 23 gennaio 1964.

Nel dicembre 1994 fu emesso il decreto di introduzione
per la causa di santità.

Se bastasse un colore …

Ultimamente si parla molto di intolleranza, di guerre, di violenza. A volte si sente il bisogno di sedersi e respirare un po’. Vi regalo questa poesia che mi hanno mandato tramite e-mail.


IL DISEGNO
Ho comprato una scatola
di colori e la guardo:
non c’è il
rosso
per le ferite e il sangue;
non c’è il
nero
per i bambini orfani;
non c’è il
giallo
per le sabbie che bruciano…
c’è invece l
arancione
per la gioia di vivere
il verde per gli alberi,
e le foglie
il blu per i cieli tersi
e il rosa per i sogni…
Così, mi siedo
e disegno la
PACE!

sabato 7 marzo 2009

Una festa per riflettere

È bello pensare che ogni cosa attorno a noi ha un senso. Anche le feste. L’8 marzo è la festa della donna. Anche se nel corso degli anni mimose, regali e cioccolatini hanno un po’ offuscato il significato originario di questa ricorrenza, mi piace ricordare che essa è stata istituita per non farci dimenticare l’impegno a costruire una società in cui uomini e donne siano tenuti in eguale considerazione. In questo ultimo periodo abbiamo spesso sentito parlare di violenza contro le donne e, di conseguenza, sono state fatte nuove proposte per rendere le nostre città più sicure. Ma non basta. Non si tratta solo di un problema di sicurezza, ma di mentalità. Quando i mass media ci propongono immagini in cui il corpo della donna viene mostrato come oggetto del desiderio, quando viene consigliato alle donne che devono sostenere un colloquio di lavoro di non dire che vogliono avere una famiglia e dei figli perchè rischiano di non essere assunte, la società non riconosce uguale considerazione all’uomo e alla donna. Ma se alla donna viene tolta la possibilità di realizzarsi come persona usando la ricchezza propria della femminilità, la società stessa viene impoverita di quel dono di cui la donna è portatrice. Spero che l'8 marzo sia un'occasione per festeggiare in allegria e anche per riflettere sull'importanza di formarsi al rispetto della dignità della persona e di ricordarsi che la diversità fisica e psicologica dell’uomo e della donna, il loro diverso approccio alla vita e ai problemi li rendono complementari.

giovedì 5 marzo 2009

in giro per il mondo



In questi giorni intensi della Quaresima sembra che l'intensità venga anche dalla presenza forte e ripetuta dei nostri amici e fratelli "santi".
C'è un alternarsi di figure di oggi e di ieri, di uomini e donne, di italiani e non, tutti con la stessa caratteristica dell'amore grande per Dio e per il prossimo. In diversi centri del Movimento si propone la figura dei santi e dei testimoni.
Condivido con voi solo un aspetto che mi colpisce:
sono tanto diversi tra loro i santi!
E' come se Dio inventasse la santità per ogni persona...
E forse è davvero così!
Allora... c'è posto anche per noi! Strani, fantasiosi, apparentemente banali, sempre in caduta...
Cerca cerca.. troveremo il modo giusto per dire SI a DIO.
Saremo noi i nuovi santi in giro per il mondo, in questo 2009?

martedì 3 marzo 2009

Edith Stein: una grande santa!


Ieri sera con Giselda abbiamo dato il via agli incontri di Adorazione Eucaristica incentrati sulla vita di alcuni santi, per potere meglio imitarne le orme. Abbiamo riflettuto su Edith Stein, grande figura di santa che offrì la sua vita al Signore in un 'ottica di donazione, il quale accettò la sua offerta. Edith avvertì infatti tutto il peso della croce quando subì la deportazione nei campi di concentramento, arrivando fino alla morte.La sua vita ci insegna moltissimo. Nacque a Wrocław, ultima di 11 figli in una famiglia ebraica ortodossa. Nel 1904 divenne atea. Studiò tedesco, filosofia, psicologia e storia alle università di Breslavia, Gottinga e Friburgo. . Nonostante avesse già avuto contatti con il cattolicesimo, fu solo dopo aver letto l'autobiografia della mistica santa Teresa d'Avila, durante una vacanza nel 1921, che abbandonò formalmente l'ebraismo e si convertì. In una sola notte lesse tutto il libro e, quando lo chiuse disse:"QUESTA E' LA VERITA'!" Battezzata il 1 gennaio 1922 a Bad Bergzabern rinunciò al suo posto di assistente di Husserl per andare ad insegnare presso una scuola domenicana per ragazze a Speyer (1922-1932).Nell' aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, Edith Stein scrisse a Roma per chiedere a papa Pio XI di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.Entrò nel convento Carmelitano a Colonia nel 1934 e prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Per fuggire al nazismo, il suo ordine la trasferì al convento Carmelitano di Echt nei Paesi Bassi. Lì scrisse la Kreuzeswissenschaft. Studie über Johannes vom Kreuz ("La Scienza della Croce: Studio su Giovanni della Croce").Nel 1939 fece la sua offerta di vita al Signore per gli ebrei. Il Signore ascoltò la sua richiesta! La conferenza dei vescovi olandesi il 20 luglio 1942 fece leggere in tutte le chiese del paese un proclama che fece con grande coraggio contro il razzismo nazista. In risposta il 26 luglio Adolf Hitler ordinò l'arresto dei convertiti ebraici (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate ed internate presso il campo di transito di Westerbork prima di essere trasportate al campo di concentramento di Auschwitz, dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942. Con la sua beatificazione nel Duomo di Colonia da parte di Papa Giovanni Paolo II, il 1° maggio del 1987, la Chiesa cattolica volle onorare, per esprimerlo con le parole dello stesso Pontefice, " una figlia d'Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea". Fu canonizzata dallo stesso Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998 e nominata compatrona d'Europa".Scrisse cose bellissime sulla croce, dicendo che essa la si capisce in fondo se si vive immersi nel suo mistero.

lunedì 2 marzo 2009

Sul buon uso del denaro

Non voglio fare un discorso politico, ma vorrei parlare di responsabilità. Credo che sia giunta all’orecchio di tutti la notizia della “festicciola” di compleanno del patriarca dello Zimbawe - a base di aragoste, champagne e caviale - costata 250 mila dollari statunitensi e pagata con una colletta dei suoi sudditi. Tutto ciò in uno stato con un’inflazione “a nove zeri” e un tasso di disoccupazione che sfiora il 95 per cento. Intanto in Italia si sta decidendo di rifiutare la proposta di dare un assegno ai lavoratori che, avendo contratti che non prevedono la cassa integrazione (cioè tutti coloro che hanno contratti a progetto, e simili), perdono il lavoro.
Ripeto, vorrei parlare di responsabilità non solo del governo, ma anche di ciascuno di noi. Cosa vuol dire? Soprattutto in momenti di crisi economica come quello che stiamo attraversando è importante imparare il buon uso del denaro, che non vuol dire solo imparare a risparmiare, ma - ad esempio - acquistare un prodotto un po’ meno alla moda e più economico e dare i soldi risparmiati a chi non ne ha. Oppure dare lavoro a chi ne ha bisogno. Ci sono persone che non per mancanza di denaro, ma per un eccessivo senso del risparmio non assumono personale. Il buon uso del denaro può essere anche dare lavoro agli altri e farlo con un contratto che garantisca al dipendente di vivere dignitosamente. Non è un’utopia! Sono piccoli e grandi gesti di responsabilità che ciascuno di noi, a seconda delle proprie possibilità, può fare. Pensiamoci …

sabato 28 febbraio 2009

Futurismo

Cosa farete durante questo fine settimana? A Roma non c’è spazio per la noia: cinema, teatri, musei, concerti e chi più ne ha più ne metta!!! Si celebrano ricorrenze un po’ dovunque. Alle Scuderie del Quirinale, ad esempio, è stata da poco inaugurata la mostra dal titolo: Futurismo Avanguardia–Avanguardie, per festeggiare i cento anni dalla nascita del Manifesto del Futurismo di FilippoTommaso Marinetti. È un appuntamento da non perdere! Magari non riuscirò ad andarci subito, ma visto che l’esposizione dura fino a maggio, ho qualche speranza di farcela!!! L’abbiamo studiato a scuola il Movimento futurista: corrente artistica di rottura che ha dato vita ad una corrente innovativa, veloce e al passo con i cambiamenti socio-economici dell’inizio del Novecento e che ha dato un nuovo corso alla storia dell’arte e della letteratura. Al punto 4 del Manifesto si legge: Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Gli artisti volevano esprimere, nell’arte e nella poesia, il loro stupore davanti alla velocità delle prime automobili, davanti all’imponenza dei treni; la leggerezza, il ritmo incalzante delle emozioni, il desiderio di divertirsi e di divertire, come scrive Palazzeschi nella nota poesia dal titolo "E lasciatemi divertire!"
Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente!
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.
A tutti voi, un fine settimana allegro e spensierato!

mercoledì 25 febbraio 2009

DESERTI

L’immagine del deserto come luogo dell’incontro con Dio è quella che più di frequente ci viene proposta all’inizio del periodo quaresimale. A tutti coloro che – come me – si trovano a vivere in un “deserto cittadino” propongo alcuni pensieri tratti dagli scritti di Madeleine Delbrêl:
“La rivelazione essenziale del Vangelo è la presenza dominante ed invadente di Dio. È una chiamata ad incontrare Dio, e Dio non si incontra che nella solitudine. A chi vive con gli uomini potrebbe sembrare che questa solitudine gli sia rifiutata. (…) La vera solitudine non è l’assenza di uomini; è la presenza di Dio. (…) Non c’è solitudine senza silenzio. Il silenzio è talvolta tacere, ma è sempre ascoltare. Un’assenza di rumore che fosse vuota della nostra attenzione alla parola di Dio non sarebbe silenzio. Una giornata piena di rumori, piena di voci, può essere una giornata di silenzio se il rumore diventa per noi l’eco della presenza di Dio, se le parole sono per noi messaggi e sollecitazioni di Dio”.
Buon inizio di Quaresima …

lunedì 23 febbraio 2009

Musica italiana

Mi è sempre piaciuto pensare che la musica italiana avesse qualcosa da dire al mondo. Forse è un’idea un po’ troppo romantica, ma alcuni testi delle canzoni di Sanremo di quest’anno mi sono proprio piaciuti. Come quello di Arisa, vincitrice delle nuove proposte con la canzone “Sincerità”. Ne propongo alcuni stralci:
Sincerità
un elemento imprescindibile
per una relazione stabile
che punti all’eternità (…)
Adesso sembriamo due amici
adesso noi siamo felici (…)
parlando di tutto e di tutti
facciamo duemila progetti
tu a volte ritorni bambino
ti stringo e ti tengo vicino.
Sincerità
scoprire tutti i lati deboli
avere sogni come stimoli
puntando all’eternità.
Secondo voi è ancora possibile parlare di amore in questi termini? È possibile puntare insieme all’eternità? E, infine, è possibile essere sinceri? Esistono le bugie a fin di bene? Cari amici, esprimetevi!!!

sabato 21 febbraio 2009

Aria di festa

In questi giorni il Movimento Pro Sanctitate in diverse parti del mondo celebra la festa del Cuore Immacolato di Maria della Fiducia. Il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, fondatore del Movimento, ha scritto, su Maria della Fiducia, bellissime riflessioni per la cui lettura vi rimando al nostro sito. Quest’anno parlare di fiducia non è tanto facile, forse perché alcuni recenti avvenimenti di fiducia ce ne hanno tolta un po’… Mi sono chiesta: avere fiducia in Dio è una cosa ormai d’altri tempi? È (come leggevo ieri in un sito web) solo per quelle persone che hanno paura della morte e non si rendono davvero conto di come va il mondo? Eppure avere fiducia è un bisogno intrinseco dell’uomo. Abbiamo bisogno di avere fiducia in noi stessi e negli altri. La fiducia in noi stessi ci permette di metterci in gioco, di riconoscere i doni che abbiamo e usarli per noi e per gli altri. La sfiducia, invece, ci isola, ci rende tristi, timorosi. Dare fiducia agli altri vuol dire vedere nell’altro una persona da amare, da cui lasciarci amare e con cui camminare insieme. È, quindi, segno di un profondo rapporto di amicizia e di confidenza con qualcuno, anche con Dio. Il che non ci estranea da tutto il male che c’è intorno a noi e non ci pone fuori dalla realtà, ma ci inserisce ancora di più in essa e ci rende portatori di una speranza che può cambiare le cose.
Come dicevo, il Movimento Pro Sanctitate è lieto di festeggiare anche quest’anno la festa di Maria della Fiducia, madre di Gesù e madre nostra, che ci aiuta a camminare insieme verso la santità ed essere, con la nostra vita, una risposta concreta ai bisogni del mondo … e la speranza continua a fiorire…

giovedì 19 febbraio 2009

"Tutto l’universo obbedisce all’amore"

Stamattina ascoltavo questa canzone alla radio. Che bello essere svegliati dalle melodie di Battiato, che ci dicono che tutto intorno a noi è mosso dalla legge dell’amore…
Nella canzone si parla della vita in due ma, come sempre, alcune parole possono valere per tutti:
“bisogna muoversi come ospiti pieni di premure,
con delicata attenzione per non disturbare..
Ed è in certi sguardi che si vede l’infinito”.
Così, nonostante la giornata fredda e le alterne vicende di questi giorni, sto ancora canticchiando il ritornello (forse anch’io contagiata dalla “febbre di S. Remo”) e lo lascio a tutti voi come augurio di un buon inizio di giornata:
Tutto l’universo obbedisce all’amore…

martedì 17 febbraio 2009

TATTOO

Ieri, facendo zapping con il telecomando, ho trovato una trasmissione che faceva vedere l’attività di un negozio di tatuaggi. Si facevano tatuaggi di tutti i tipi: alcuni provocatori, esagerati, altri più delicati (un cuoricino, una rosellina). Tempo fa ho letto un libro di Carlo Climati (se qualcuno vuole saperne di più gli posso dare riferimenti più precisi), noto giornalista e scrittore, nel quale questa moda veniva interpretata come un ritorno alle antiche culture e religiosità tribali, come un invito a guardare al passato più che ad aprirsi al futuro. Potrebbe obiettare qualcuno: ma in fondo è solo una moda! Mentre guardavo la trasmissione riflettevo: dietro al desiderio di seguire una moda si nasconde spesso la voglia di sentirsi accettati dagli altri, ma anche il bisogno forte di essere unici, originali e di volere che il mondo ci riconosca questa unicità. Avere un tatuaggio può essere considerato qualcosa che ci distingue dagli altri. Sentirsi unici è un desiderio più che legittimo… il fatto è che cerchiamo qualcosa che già abbiamo perchè noi nasciamo unici. Sono le nostre caratteristiche fisiche e psicologiche che nessun altro ha che ci rendono unici al mondo. È la nostra storia, i nostri sentimenti, le scelte che facciamo, le persone a cui vogliamo bene che rendono la nostra vita unica. … Ma voi che ne dite?