lunedì 2 marzo 2009

Sul buon uso del denaro

Non voglio fare un discorso politico, ma vorrei parlare di responsabilità. Credo che sia giunta all’orecchio di tutti la notizia della “festicciola” di compleanno del patriarca dello Zimbawe - a base di aragoste, champagne e caviale - costata 250 mila dollari statunitensi e pagata con una colletta dei suoi sudditi. Tutto ciò in uno stato con un’inflazione “a nove zeri” e un tasso di disoccupazione che sfiora il 95 per cento. Intanto in Italia si sta decidendo di rifiutare la proposta di dare un assegno ai lavoratori che, avendo contratti che non prevedono la cassa integrazione (cioè tutti coloro che hanno contratti a progetto, e simili), perdono il lavoro.
Ripeto, vorrei parlare di responsabilità non solo del governo, ma anche di ciascuno di noi. Cosa vuol dire? Soprattutto in momenti di crisi economica come quello che stiamo attraversando è importante imparare il buon uso del denaro, che non vuol dire solo imparare a risparmiare, ma - ad esempio - acquistare un prodotto un po’ meno alla moda e più economico e dare i soldi risparmiati a chi non ne ha. Oppure dare lavoro a chi ne ha bisogno. Ci sono persone che non per mancanza di denaro, ma per un eccessivo senso del risparmio non assumono personale. Il buon uso del denaro può essere anche dare lavoro agli altri e farlo con un contratto che garantisca al dipendente di vivere dignitosamente. Non è un’utopia! Sono piccoli e grandi gesti di responsabilità che ciascuno di noi, a seconda delle proprie possibilità, può fare. Pensiamoci …

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