Chi ha frequentato il liceo classico ha sicuramente tradotto qualche brano tratto dal De Brevitate Vitae di Seneca. Il titolo ci dice che si parla a proposito della brevità della vita, ma in realtà Seneca sostiene che non abbiamo ricevuto una vita breve, ma la rendiamo tale perché spesso perdiamo tempo in passatempi inutili e/o dannosi. Chi - come me - abita in una grande città avrà subito da obiettare che il vero tempo perso è quello che trascorriamo nel traffico, nelle code al supermercato, alle poste o ad aspettare l’autobus!!! In molti suoi scritti Mons. Giaquinta ci esorta a riscoprire la sacralità del tempo, a comprendere che il tempo della nostra vita ci è stato donato per uno scopo. Questo non vuol dire che non possiamo avere del tempo per noi, ma che nella giornata siamo invitati a ricordarci del Signore (cosa che possiamo fare anche durante le interminabili file) e degli altri. Possiamo, magari, fare una telefonata ad un amico che non sentiamo da tempo, oppure scambiare due parole con il collega della stanza accanto o con il vicino di casa che incontriamo per le scale. Tutto questo rende sacro il nostro tempo … e ci salva (come dice una nota pubblicità) dal logorio della vita moderna!!!
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