È un’espressione che andava di moda un pò di anni fa. Ultimamente qualche politico ha detto che in Italia non dovrebbe esistere una società multietnica. Vorrei citare, a questo proposito, la dichiarazione del segretario generale della CEI, Mons. Crociata, il quale sostiene che l’Italia multietnica e multiculturale è “un valore” ed esiste già “di fatto”. Mons. Crociata ha osservato che “il problema è invece il modo in cui le culture e le presenze si rapportano” perchè ”non si cresce insieme in una accozzaglia disordinata e sregolata ma a partire da un tessuto storico, sociale e culturale comune che costituisce il volto, l’identità di un paese”. Non si vuole “cancellare l'identità di ciascuno” ma nemmeno teorizzare ''un’irreale parificazione che è cosa diversa dall’eguaglianza''. “L’appiattimento infatti non aiuta lo stare insieme, anzi lo distrugge”. Bisogna, quindi, “coordinarsi all’interno di un orizzonte di fondo condiviso, di un tessuto comune che avvolga tutti, anche chi viene da fuori, come gli immigrati”.
Non è un’impresa facile e richiede molto lavoro da parte di ciascuno di noi, perciò ho detto “rimboccarsi le maniche”, cioè impegnarci per costruire un futuro pieno di giustizia e di pace.
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