venerdì 24 aprile 2009

CORSI E RICORSI

Dopo il vergognoso episodio dei cori razzisti rivolti dai tifosi bianconeri al giocatore dell’Inter Mario Balotelli durante la partita di domenica scorsa e l’ancor più vergognoso ricorso della Juventus contro il provvedimento di disputare la partita contro il Lecce a porte chiuse, ci conforta - in questa settimana - l’apertura della seconda Conferenza dell’ONU sul Razzismo a Ginevra. In questa circostanza l’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Nunzio Apostolico e Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha sottolineato che una comunità internazionale giusta si sviluppa in modo adeguato “quando il desiderio naturale delle persone umane di relazionarsi non viene distorto dal pregiudizio, dalla paura degli altri o dagli interessi egoisti che minano il bene comune”. Nonostante la globalizzazione unisca le persone, tuttavia “la vicinanza spaziale e temporale non crea in sé le condizioni per un’interazione costruttiva e una comunione pacifica”. Il razzismo, infatti, “persiste”: “gli stranieri e i ‘diversi’ sono troppo spesso rifiutati al punto che vengono commessi contro di loro atti barbari, inclusi il genocidio e la pulizia etnica. Antiche forme di sfruttamento danno vita a nuove: donne e bambini sono oggetti di traffico in una forma contemporanea di schiavitù, gli immigrati irregolari vengono sfruttati, le persone percepite come diverse o che lo sono diventano, in numeri sproporzionati, vittime dell’esclusione sociale e politica, di ghettizzazione e stereotipizzazione. Le ragazze sono costrette a matrimoni non voluti; i cristiani sono imprigionati o uccisi a causa del loro credo”.
“La mancanza di solidarietà, una maggiore frammentazione delle relazioni sociali nelle nostre società multiculturali, il razzismo e la xenofobia, la discriminazione sociale e razziale, soprattutto nei confronti delle minoranze e dei gruppi emarginati, lo sfruttamento politico delle differenze sono evidenti nella vita di ogni giorno”.
Secondo Mons. Tomasi, per combattere il razzismo sono indispensabili “accordi e dichiarazioni internazionali, così come la legislazione nazionale”, ma “senza un cambiamento di cuore le leggi non sono efficaci”. “È il cuore che deve essere continuamente purificato, perché non sia più governato dalla paura o dallo spirito di dominio, ma dall’apertura agli altri, dalla fraternità e dalla solidarietà”.
La dignità umana può essere promossa solo con “un’azione collettiva di tutti i settori della società”. Fondamentali sono l’istruzione, che deve essere garantita alle minoranze razziali, etniche e religiose “in quanto diritto umano che assicura la coesione della società con il contributo dei talenti e delle capacità di ciascuno”, l’azione dei media e delle comunità di fede. Solo quando si riconoscerà che tutti gli esseri umani hanno uguali dignità e diritti, “le vittime del razzismo saranno libere e sarà assicurato un futuro comune di pace”.

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