martedì 14 ottobre 2008

tran tran in treno

è stato spontaneo ieri in treno (sembrava un vagone merci... o peggio) scambiare qualche parola, così, per ammazzare il tempo, lungo più del previsto.

Due anziani genitori e ormai nonni fanno da pendolari tra la Sicilia e l'alto Lazio: per aiutare la figlia con tre bambini. Raccontano: hanno comprato una poltrona splendida, di quelle che fanno i massaggi relax, ma sono stressati per aver speso tanti soldi e non aver tempo di stare in poltrona.
Una giovane coppia in cerca di fortuna abita a Roma e si rifornisce di viveri dai genitori in Campania, in attesa di avere un lavoro decente. Raccontano di serate stanche dove non si risponde neppure al cellulare, esausti da lunghe ore di autobus e metro, di file e ricerche...
Una donna giovane e colta ci guarda sorridente e qualche volta annuisce, soprattutto quando intervengo nella discussione.
E quando tocca il mio turno anche io comunico l'esperienza del correre, ma poi della necessità di ritagliare un po' di tempo per se stessi, un po' di tempo per il proprio equilibrio fisico, psicologico, spirituale. Sì, anche spirituale, attraverso la preghiera.
Assensi e silenzi. Ma tutti concordi che non si può vivere solo il tran tran, è necessario e bello essere consapevoli di vivere.
Quando ci siamo affettuosamente salutati qualcuno mi ha detto: grazie, e... auguri per suo fratello!
Avevano avuto il tempo di ascoltare le telefonate di preoccupazione per il mio adorato fratellino che ora è in ospedale...

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