Non sono riuscita ad uscire dal portone questa sera.
Erano davvero rabbiosi i molti giovani, e non, che hanno sfilato e cantato e urlato nelle vie di Roma oggi.
Ho voluto ascoltare poi i diversi commenti TV a questo evento.
Ma.... molte cose vere, molte non vere.
Interessi di tanti ad avere una massa di energie giovani gestibile o meglio ingestibile.
Problemi economici evidenti, problemi culturali meno visibili ma reali.
Mi ha colpito però la rabbia. Incontrollata, a volte neppure molto motivata, ma vera e forte. Quasi una voglia di coerenza, di speranza, di lotta per il meglio. E poi voglia di confondere sempre di più, di manovrare, di incidere in qualche modo.
Come guarire la rabbia? Non possiamo sempre piegare il collo! E neppure presumere di risolvere con forme esplicite o larvate di violenza. E allora?
Non voglio rinunciare a capire, a lottare, a sostenere con forza le mie idee.
Ma sento che la rabbia comincia da me. Una rabbia da guardare in faccia, per convertirla in energia positiva. E guardare il domani con gli occhi della speranza.
Aiutiamoci!
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6 commenti:
Naturalmente, come accade in questi casi, c'è chi crede in quello che fa, chi ha delle idee da difendere e che si "aggrega" e magari coglie l'occasione per sfogare la sua rabbia in modi non sempre costruttivi. Certo è che tutti, soprattutto i giovani, hanno bisogno di coerenza, di vedere che i problemi vengono affrontati seriamente ... e allora magari sono anche disposti a sacrificarsi per fare andare bene le cose.
La rabbia probabilmente è il segno che comincia a venir meno un'idea di scuola funzionale al perseguimento e al mantenimento di egemonie particolari.
E' un passaggio obbligato questa rabbia.
I cattolici non devono lasciarsi sfuggire l'occasione di accompagnare la scuola in questo difficile passaggio che la strapperà , almeno speriamo , alle ideologie , ancora non del tutto sconfitte, restituendola all'uomo, non a questa o a quella idea di uomo, ma all'uomo creato e bisognoso di senso.
Vorrei capire perchè in Italia piacciono così tanto le sfilate?
E non parlo solo di Moda!!!
E' vero, forse la pubblica istruzione ha bisogno di essere rinnovata, valorizzata e finalmente innalzata alla dignità di Agenzia educativa e non più solo "info point" della cultura... ma la rabbia e la violenza sono davvero la tappa obbligata e necessaria? I cattolici come devono stare dentro a questo tempo storico? forse non siamo anche noi di questa generazione? ma la nostra "voglia di cambiare le cose", la nostra "voglia di giustizia e di verità" non si trasforma forse in critica oggettiva e costruttiva, in proposta concreta, in vita? ...non è forse questo che ci ha insegnato il Maestro? Noi ci stiamo a cambiare le cose ma i nostri metodi sono diversi,la nostra rivoluzione ha mezzi che penso siano pi efficaci: il dialogo intelligente, l'autonomia di pensiero, la testimonianza di vita!
Nemmeno a me piace la violenza, si possono non condividere le leggi di un governo, tuttavia è sbagliato sfogarsi attraverso la rabbia, l'odio. Questo non rispecchia né l'ideale di fraternità né, di civiltà. Detto questo però a quello che qualcuno chiamava "sfilata" devo rispondere dicendo che molte manifestazioni si stanno svolgendo in modo pacifico. Mentre i ragazzi di liceo e delle università in questo periodo dell'anno hanno sempre dei motivi per occupare, quindi per sospendere le lezioni, privando anche chi vuole studiare, del diritto allo studio, questa volta, la novità che deve far riflettere la società italiana e che, a "sfilare" non sono solo i ragazzi, ma anche i docenti di scuola elementare, media, superiore, e dell'università.Da un'analisi generale, penso che
qualcosa stia accadendo nel nostro paese.
Come cristiani non possiamo sentirci avulsi dalla crisi sociale che ci sta attanagliando, ma comprenderla sforzandoci di proporre mezzi pacifici per ripristinare forme di dialogo con chi ci governa.
La violenza no, ma non esprimersi nemmeno.
Episodi di violenza ci sono stati e, ovviamente sembrano vadano a vanificare lo sforzo di chi invece, vuole proporre altro al nostro governo con le armi della pace, come molti nostri docenti, ma non è così, perchè lo sforzo pacifico di cambiare mediante gli strumenti della pace è ciò che anche il Concilio Ecumenico ha trasmesso con vigore all'uomo contemporaneo. Pertanto ben venga la pace e preghiamo perchè essa sia valorizzata ovunque.
Scusate ma credo di avere generato un equivoco.
Parlo della rabbia di chi perde l'uso della scuola come strumento per la propria egemonia, e scalcia e minaccia e violenta...ecc.
Dicendo che questa rabbia è un passaggio obbligato intendevo dire ,un pò infelicemente,che era
purtroppo prevedibile che costoro si arrabbiassero.
Non intendevo dire che bisogna arrabbiarsi e diventare peggio di loro, nè pretendo di ristianizzare sentimenti come la rabbia, il sarcasmo ecc , che di cristiano,chiarissimamente, non hanno nulla.
Mi scuso per l'equivoco, riconosco di essere stato non molto chiaro, ma ... parlavo della rabbia di gruppi
egemonici..., non della nostra...
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