Oggi alle 00.30 la mia cara nonna Anna è volata in cielo. E' morta in ospedale, mentre ad assisterla c'erano mio padre, mio fratello, mio zio Jean e mia zia Miranda. La vita di questa donna è stata straordinaria. E' nata il 9 giugno del 1932 e, in giovane età (nel 1952) si è sposata con mio nonno dando alla luce cinque figli. Con grandi sacrifici (mio nonno infatti era operaio) hanno comprato una casetta a Charleroi che è diventata la cara casa di famiglia. Noi infatti durante l'estate eravamo soliti passare molto tempo con loro nella gioia in quella casa. Mio nonno curava il giardino, con alberi da frutto, insalata ect, e la nonna era molto affezionata a tutto ciò che aveva ed era davvero sempre, e dico sempre, in atteggiameto di gratitudine per quel che aveva. Un bel giorno si è ammalata di Parkinson (la malattia di Giovanni Paolo II) e pur nella difficoltà non si lamentava mai. Anzi, quando siamo nati noi ha lasciato la sua famiglia, ed è venuta in Italia due mesi per aiutare mia mamma. Aveva la forza di fare tutto e ogni volta ci accoglieva in modo eccezionale. L'attenzione all'ospitalità è stata sempre il suo forte e anche l'ultima volta che siamo stati da lei, logorata tantissimo dalla malattia, ci ha fatto trovare la tavola preparata, la più bella che aveva, facendo allestire bene la casa dalle care signore che l'aiutavano. In quella situazione ho visto in lei il volto di Giovanni Paolo II e la sofferenza di Cristo. Ho pregato tantissimo Giovanni Paolo II e veramente posso dire che l'ha sostenuta. La sua agonia è iniziata il 18 di maggio (giorno del compleanno del papa) ed è morta a Pentecoste, dandoci la certezza che, lo Spirito di Dio abita in lei e, grazie a questo Spirito è risorta! Lei ci ha insegnato a come ci si consuma sulla croce e ad amarla. Stanotte infatti, appena ho saputo tra le lacrime ho stretto il crocifisso sul cui legno anche lei si ha offerto tutto di sé per amore nostro e sicuramente di qualche anima. Ha voluto vivere fino alla fine e io ti voglio ricordare così, com'eri in questa foto, perché così adesso sei, giovane, di una giovinezza eterna.
domenica 31 maggio 2009
lunedì 25 maggio 2009
Un regalo ...
Ieri ho ricevuto questo testo via mail e vorrei regalarlo a ciascuno di voi.
"Credo in un Dio che non si nasconde dentro ad un mistero
che non mi seduce con un miracolo
e che non mi opprime con la sua autorità.
Credo in un Dio che non mi chiede di rinunciare alla mia libertà,
che mi pone di fronte alla scelta del bene e del male,
che non accetta compromessi,
ma che benedice la follia di chi lo segue.
Credo in un Dio che non fa della sua potenza persuasione,
che non rimette a posto le cose dall'alto,
che non esercita la giustizia degli uomini.
Credo in un Dio che si lascia tradire,
che al mio no risponde con un bacio silenzioso,
credo in un Dio sconfitto, crocifisso e poi Risorto.
Credo in un Dio che non ho inventato io,
che non soddisfa i miei bisogni,
che non dice e fa quello che voglio io,
un Dio scomodo che non si può né vendere, né comprare.
Credo in un Dio vero,
che si fa uomo, amico, fratello della mia umanità,
che si fa piccolo, debole indifeso
perché non debba salire troppo in alto per poterlo incontrare.
Credo in un Dio che gioca a nascondino
perché possa scoprirlo nel cuore di ogni uomo,
credo in un Dio che mi si fa vicino,
che mi viene incontro e mi dice : "ti amo".
Si, io credo in Dio, in un Dio che si può soltanto amare".
che non mi seduce con un miracolo
e che non mi opprime con la sua autorità.
Credo in un Dio che non mi chiede di rinunciare alla mia libertà,
che mi pone di fronte alla scelta del bene e del male,
che non accetta compromessi,
ma che benedice la follia di chi lo segue.
Credo in un Dio che non fa della sua potenza persuasione,
che non rimette a posto le cose dall'alto,
che non esercita la giustizia degli uomini.
Credo in un Dio che si lascia tradire,
che al mio no risponde con un bacio silenzioso,
credo in un Dio sconfitto, crocifisso e poi Risorto.
Credo in un Dio che non ho inventato io,
che non soddisfa i miei bisogni,
che non dice e fa quello che voglio io,
un Dio scomodo che non si può né vendere, né comprare.
Credo in un Dio vero,
che si fa uomo, amico, fratello della mia umanità,
che si fa piccolo, debole indifeso
perché non debba salire troppo in alto per poterlo incontrare.
Credo in un Dio che gioca a nascondino
perché possa scoprirlo nel cuore di ogni uomo,
credo in un Dio che mi si fa vicino,
che mi viene incontro e mi dice : "ti amo".
Si, io credo in Dio, in un Dio che si può soltanto amare".
(Ester Battista)
venerdì 15 maggio 2009
Cose della vita
“Sono cose della vita” cantava Eros Ramazzotti … Ultimamente mi sto accorgendo che la vita ci offre quasi nello stesso momento grandi gioie e grandi sofferenze. Entrambe, spesso, arrivano improvvise e inaspettate. Sono le cose della vita e noi possiamo accoglierle, passarci attraverso, viverle perché sappiamo che non siamo soli.
A tutte le persone che, come me, attraversano questo momento nella loro vita, dedico queste parole della Beata Madre Teresa di Calcutta: “Ricordate che la Passione di Cristo termina sempre nella gioia della Risurrezione, così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che deve venire la Resurrezione, deve sorgere la gioia della Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto”.
A tutte le persone che, come me, attraversano questo momento nella loro vita, dedico queste parole della Beata Madre Teresa di Calcutta: “Ricordate che la Passione di Cristo termina sempre nella gioia della Risurrezione, così, quando sentite nel vostro cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che deve venire la Resurrezione, deve sorgere la gioia della Pasqua. Non lasciatevi mai invadere in tal maniera dal dolore da dimenticare la gioia di Cristo risorto”.
martedì 12 maggio 2009
Rimboccarsi le maniche
È un’espressione che andava di moda un pò di anni fa. Ultimamente qualche politico ha detto che in Italia non dovrebbe esistere una società multietnica. Vorrei citare, a questo proposito, la dichiarazione del segretario generale della CEI, Mons. Crociata, il quale sostiene che l’Italia multietnica e multiculturale è “un valore” ed esiste già “di fatto”. Mons. Crociata ha osservato che “il problema è invece il modo in cui le culture e le presenze si rapportano” perchè ”non si cresce insieme in una accozzaglia disordinata e sregolata ma a partire da un tessuto storico, sociale e culturale comune che costituisce il volto, l’identità di un paese”. Non si vuole “cancellare l'identità di ciascuno” ma nemmeno teorizzare ''un’irreale parificazione che è cosa diversa dall’eguaglianza''. “L’appiattimento infatti non aiuta lo stare insieme, anzi lo distrugge”. Bisogna, quindi, “coordinarsi all’interno di un orizzonte di fondo condiviso, di un tessuto comune che avvolga tutti, anche chi viene da fuori, come gli immigrati”.
Non è un’impresa facile e richiede molto lavoro da parte di ciascuno di noi, perciò ho detto “rimboccarsi le maniche”, cioè impegnarci per costruire un futuro pieno di giustizia e di pace.
Non è un’impresa facile e richiede molto lavoro da parte di ciascuno di noi, perciò ho detto “rimboccarsi le maniche”, cioè impegnarci per costruire un futuro pieno di giustizia e di pace.
mercoledì 6 maggio 2009
Mese di maggio
Il mese di maggio si apre con la festa di S. Giuseppe lavoratore. S. Giuseppe, uomo giusto. Ultimamente sto riflettendo molto sul significato della parola giustizia. Cosa vuol dire oggi vivere secondo giustizia? Nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa leggiamo: "Secondo la sua più classica formulazione, «essa [la giustizia] consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto». Dal punto di vista soggettivo la giustizia si traduce nell'atteggiamento determinato dalla volontà di riconoscere l'altro come persona". Vorrei fare questa sottolineatura perché, in base a quello che ci dicono i mass media, a volte la logica del possesso sembra prevalere sul valore della persona e sulla sua dignità. Continua il Compendio: “La piena verità sull'uomo permette di superare la visione contrattualistica della giustizia, che è visione limitata, e di aprire anche per la giustizia l'orizzonte della solidarietà e dell'amore. (…) Da sola, la giustizia non basta. Può anzi arrivare a negare se stessa, se non si apre a quella forza più profonda che è l'amore”. Giustizia e amore. Possono essere i valori su cui costruire la nostra società? In che modo? Voi che ne dite?
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