Eluana su Facebook, Eluana sui blog, Eluana sui media digitali...
In questi giorni abbiamo assistito ad un accanimento mediatico, se così si può dire, che non ha riguardato soltanto la tv e la carta stampata, ma anche il popolo della rete.
La profonda e crescente divisione tra le persone e le loro idee sull'evolversi della vicenda, la cui posizione in altri tempi si sarebbe discussa al bar, al lavoro, o magari a cena, si acutizza oggi su un mezzo, quello digitale, che consente invece di avere in tempo reale il "polso" della situazione ed è completamente mediato dallo strumento, ovvero dal computer.
Niente chiacchiere e confronti dal vivo, dunque: via invece al cambio di immagine sul proprio profilo di Facebook (chi espone un cuore sormontato da un "Salviamo Eluana" e chi si barda tutto di nero scrivendo "Per uno Stato laico"), via alle crociate digitali ed al fanatismo religioso dei forum e dei gruppi tradizionalisti, tanto invadente quanto il plumbeo materialismo ateo che mai come in questo tempo sembra aver trovato una crescita sorprendente - online e non.
In ogni caso, per uno strano scherzo del destino, ieri mi sono trovato un mio
post su Eluana al primo posto nelle ricerche sui blog di Google. Le statistiche sono schizzate in alto, con mia enorme sorpresa (in genere ho si e no qualche centinaio di lettori, e ieri sono saliti a migliaia) e ho temuto ondate di commenti anticlericali, oltre al fatto che il server andasse giù.
Il mio è un blog laico, ma scritto da un cattolico, e no, non un cattolico "non praticante" come scrivono molti, bensì che cerca di praticare (con quale successo, solo il buon Dio lo sa. Temo, molto scarso).
Tutto sommato, dunque, è andata bene: nei commenti mi si è ringraziato addirittura per l'obiettività e il "tono garbato", cose di cui veramente sorprendersi parlando di me. Resta la sfilata di interventi piuttosto corposi, su cui invece vorrei invitare a porre l'attenzione.
Se si leggono i commenti, in trasparenza si noterà un umore diffuso, un sentore che riguarda tutti, cattolici e non cattolici. Ed è un umore nero.
Nessuno difende la vita di Eluana (o attacca la scelta di morte del padre), nessuno mostra vicinanza alle scelte delle gerarchie ecclesiastiche od anche solo ai discorsi fatti, né alle decisioni del Governo, non c'è stima per le persone che si sono mosse per evitare la morte di Eluana Englaro, non c'è nulla di tutto questo. C'è difesa della scelta di appropriarsi della propria vita, c'è paura di intromissione del Vaticano, c'è una cieca affermazione del diritto all'autodeterminazione della persona in tutti i campi, c'è distacco dal pensiero cattolico tradizionale e dal sentire cattolico, perfino il più moderato.
Sicuramente questi commenti non fanno una statistica, e men che meno rappresentano un dato scientifico.
Ma se fate un giro su Internet non noterete opinioni molto diverse: la stragrande maggioranza delle persone è contraria all'intervento della Chiesa sulla vita delle persone, sul Governo e del Governo su questi come anche sui grandi temi di bioetica, e dire che aleggia un forte sentimento anti-Vaticano è un eufemismo per signorine. Il voto politico riflette forse più una paura della mancata sicurezza e una voglia di buttarsi a destra, che un sentire cattolico. Anni ed anni di televisione e di pensiero anticlericale forse hanno sortito il loro effetto, o forse c'è qualcos'altro.
Questi commenti sono scritti non da un'improvvisa ondata di materialisti dialettici esondata sulla rete e riversatasi su pochi siti, ma da persone (autodichiarate) "cattoliche" e da non cattolici, ma persone "normali", qualunque.
Al di là dei formalismi e delle etichette quindi, vale la pena soffermarsi a riflettere un momento: come siamo arrivati a questo?
Abbiamo almeno un paio di generazioni, o forse più, quelli dei ventenni e dei trentenni ma ci metterei anche i quarantenni, che su Internet dimostrano chiaramente un sentimento diffuso di anticlericalismo direi "sincero". Sinceramente sbagliato o quantomeno confusionario, gregario o elitario, quello che volete, ma vivo ed estremamente attivo, che trova proseliti e compie battaglie, in nome della civiltà e della laicità, che vive nella scrittura, nella socialità online e nella condivisione, che fanno di Internet il mezzo privilegiato della comunicazione d'oggi e forse l'unico domani.
Battaglie tutte già vinte a tavolino, pare: bastava guardare ieri il numero di profili con lo sfondo nero e quelli con il cuoricino, o i gruppi a favore della morte di Eluana e quelli per il "fronte" di preghiere, o i commenti sui blog e i post stessi. Non c'era storia. E' quasi desolante per un cattolico andare in rete. Oserei dire che forse a Cuba ci sarà un sentimento cristiano più vivo che da noi (anzi, in Portogallo, ma soprassediamo..).
E nulla sembrano sortire i timidi, anche se validi, tentativi della Santa Sede di andare su Internet, con i siti Web o i canali video monotematici, utilizzati spesso dagli stessi fruitori che li consultano anche offline.
C'è qualcosa che non va, il messaggio non viene trasportato come dovrebbe, nelle modalità che il pubblico ascolta. Il Papa bardato come 50 anni fa viene quasi insultato sulla rete, le gerarchie ecclesiastiche sbeffeggiate, i ragionamenti pro-vita sulle questioni etiche anche se logici e razionali sono tacciati di "cattolicismo" oppure "sopportati", ma solo fino al prossimo ragionamento contrario, ovviamente anticlericale, che provocherà una "Ola" di acclamazione. Papa Benedetto è stato paragonato in questi giorni a George W. Bush, l'ex-presidente forse meno amato della storia americana, fautore tra l'altro di una guerra sanguinosa ritenuta inutile da molti, la cui uscita di scena è stata quasi vissuta come una liberazione dagli americani e non solo. Un accostamento che non fa certo ben sperare.
Questa pseudo-analisi è senz'altro semplicistica, e su tutto questo c'è tanto altro da dire, anche e soprattutto di buono: la riflessione indotta dalla vicenda di Eluana, così come la commozione che ogni persona umana vive di fronte al dramma della morte vista quasi in presa diretta. Temi che interrogano le coscienze e che aiutano a meditare le proprie scelte e i propri valori.
Ma c'è qualcosa che senz'altro ci sfugge... e su cui mi piacerebbe leggere pareri di chi se ne intende più di me.