martedì 3 giugno 2008

TEMPI DI TRANSIZIONE

Sotto la pioggia di questi primi giorni della settimana sto continuando a leggere il libro che, appena domenica scorsa, mi faceva compagnia al mare mentre prendevo un po’ di sole. Mi colpisce, tra le altre, una parola: “restare”. Restare accanto a qualcuno quando avresti voglia di scappare, restare quando i contorni delle situazioni sono piuttosto sfumati e indefiniti; restare e vivere i tempi così detti di “transizione” della nostra vita. Che si fa quando si resta? A ben guardare il tempo di transizione è un tempo dinamico, di preparazione. E’ il tempo in cui maturano i sentimenti e diveniamo capaci di solidarietà e di speranza perchè quello che facciamo oggi prepara il domani e più quello che si attende è importante, più bisogna restare e preparare. Ma in un mondo che corre così velocemente abbiamo, noi, il coraggio di restare?
Vic

1 commento:

Webnauta ha detto...

L'andare è il restare sono virtuosi nella misura in cui ci avvicinano al Padre; anche l'andare può essere un avvicinarsi a Dio.
Abramo non restò, lascio le sue radici , rispose alla chiamata.
Il figliol prodigo ando , ma la sua fu disubbidienza.
Il primo andare è virtuoso, il secondo vizioso.